Si dice che gli odori richiamano ricordi più che le stesse immagini.
Un odore riesce a catapultarti in una scena di vita di decenni addietro in cui tutto, colori, suoni e persone, sembrano siano rimasti lì, congelati in quello spazio temporale, aspettando solo la luce della memoria per riprendere respiro.
A me succede ogni volta che cucino.
Il pollo alla cacciatora, è la domenica, la famiglia, il contendersi il sugo rimasto nella padella e pulirla con un pezzetto di pane, accaparrarsi la coscia, pezzo ambito da tutti e di cui avrebbero goduto solo i più piccoli della tavola.
Mia madre spacciava per coscia di pollo ogni singolo pezzo per non deludere nessuno, e nessuno, dico nessuno, le faceva notare che un’idea di quante cosce avesse il pollo ce l’avessimo tutti.
Il premio, per l’amnesia temporanea sull’anatomia del pollo, era, quella coscia (?) croccante, ricoperta di un sugo piccante, dolcissimo e densissimo e che mangiavi assolutamente con le mani leccandoti poi le dita alla fine.
Un sugo di “pellecchie” di pomodoro – cosi si chiama a Napoli la riduzione dei pomodori in cui non si toglie la pelle – cotto a fiamma vivace per farlo asciugare e renderlo dolce.
Mia madre neanche sapeva cosa fosse la reazione di Maillard, eppure, sembrava non poterne fare a meno ogni qualvolta cucinava.
Questa è la ricetta del suo pollo alla cacciatora, una ricetta semplice e familiare che vi farà inevitabilmente riflettere su quante cosce ha effettivamente un pollo.
INGREDIENTI per 4/6 persone
- 1 kg di pollo a pezzi – o cosce o ali a vostro piacere
- 1 kg di pomodori rossi carnosi – o 2 scatole di pomodorini da 400 g
- 1 spicchio d’aglio
- 5 cucchiai di olio evo
- 1 l di olio si semi di arachide
- peperoncino
- prezzemolo e basilico
- farina q.b.
PROCEDIMENTO
- Preparate il sugo mettendo in una padella l’olio evo, lo spicchio d’aglio privato dell’anima centrale e del peperoncino nella quantità in cui preferite.
- Appena diventa biondo toglietelo dalla padella e gettatevi i pomodori lavati, asciugati e schiacciati per eliminare acqua e semi, salate, aggiungete alcune foglie di basilico e coprite con un coperchio per far appassire i pomodori.
- Appena i pomodori hanno rilasciato acqua e si sono ammorbiditi, togliete il coperchio e cuocete fino a che il sugo si restringe e diventa una cremina densa che tende ad attaccarsi alla padella. Regolate di sale e spegnete il fuoco.
- Preparate ora il pollo, sciacquandolo ed asciugandolo con carta assorbente.
- Infarinate ogni pezzo e scuotete l’eccesso di farina.
- Mettete ora in una capace padella dai bordi alti l’olio di semi, accendete la fiamma e quando l’olio sarà ben caldo – immergendo uno stecchetto di legno dovranno formarsi tante bollicine intorno – immergetevi i pezzi di pollo assicurandovi che siano completamente sommersi e che friggano vivacemente.
- Cuocete fino a che risulteranno croccanti e dorati e metteteli a scolare su carta assorbente.
- Uniteli al sugo di pomodoro e accendete di nuovo la fiamma in modo che si ricoprano bene del sughetto – se serve potete aggiungere qualche cucchiaio d’acqua per rendere il sugo più fluido.
- Unire a fiamma spenta un trito di prezzemolo e alcune foglie di basilico.
~DRITTA
Preparate del sugo in più e conditeci una pasta tipo penne a candela o manfredine, mi ringrazierete.
Alessandra says
Quanto hai ragione Eli, è proprio vero che gli odori rievocano sempre tanti ricordi <3
Comunque ogni volta che racconti della tua infanzia mi sembra quasi di essere lì, seduta al tavolo con tutti voi, a mangiare quelle leccornie!
Tornando alla ricetta.. sai che io lo preparo in modo completamente diverso? Eppure l'ho sempre spacciato per pollo alla cacciatora 😀 Dovremo fare una gara di polli per vedere qual è il più buono! ahahhaha
lamammacuocò says
Ale, vuol dire allora che riesco a trasmetterti tutto fedelmente! Ma lo sai che io non so se poi questa è realmente la ricetta del pollo alla cacciatora? So solo che mia madre lo chiamava così ed io ho sempre pensato lo fosse, ma magari anche no! Dobbiamo confrontare la ricetta mi sa! 😉
Damiana says
E quelle pummarolelle schiacciate,non e’ tipico delle nostre parti?Le nostre mamme ce lo insegnavano ed io eseguo alla lettera,cosi’ la polpa rilascia il sugo e le pellecchielle tirate tirate,sono troppo saporite.Ehhh Elisa,non ci resta che leccarci le dita!
lamammacuocò says
Proprio così Damiana! Erano troppo avanti! Un bacio carissima e spero di rivederti presto ?
Francesca Guglielmero says
Che bei ricordi Elisa, anche a me il profumo del pollo alla cacciatora da subito l’idea di casa, di tradizione e comfort food!
Da noi però il pollo non si frigge prima, si cuoce direttamente nella salsa di pomodoro e a volte anche assieme ai peperoni 🙂 Bello scoprire come le tradizioni cambino da nord a sud, ma anche da famiglia a famiglia <3
Un abbraccio!
lamammacuocò says
Si Francesca, sono quei piatti che fanno subito casa, famiglia e poi è vero le diversità in cucina sono fantastiche!
tizi says
pagherei oro per mangiare un piatto così cucinato a regola d’arte! solo a guardarlo mi viene l’acquolina… friggere e poi ‘rimettere in umido’ , come si dice dalle mie parti, è una tradizione che si è persa nella mia famiglia. mia nonna sapeva fare piatti eccellenti con questo procedimento, io non posso dire altrettanto purtroppo, ma magari, con la tua ricetta, posso provarci! grazie per aver l’ispirazione Elisa, felice giornata 🙂