L’immagine è in controluce…dal corridoio che guarda in cucina, si staglia una figura in piedi intenta a sbucciare patate, lo sguardo è assorto, si percepisce che in quell’automatismo c’è l’assentarsi dall’ordinario, dal quotidiano e tuffarsi nei pensieri, capire, risolvere e elaborare…neanche si accorge della mia presenza, dal mio entrare scalza, scostare la sedia e sedermi al tavolo della cucina; la guardo fare quei movimenti precisi e sicuri, togliere la buccia alla patate, le sue mani nodose che si muovono leggere ed in superficie…mi viene da sorridere pensando a quando mi dice che sbucciando le patate ne butto via la metà insieme alla buccia; le tuffa una alla volta, in una ciotola grandissima di plastica, bianca, piena d’acqua e una volta finite le patate, versa l’acqua sporca e taglia le patate a listoni spessi; il brodo di carne bolle dolcemente sul fuoco in una grande pentolone vicino di casa di una grande padella; vedo che prende il bottiglione con l’olio e ne versa un giro abbondante nella padella e dopo pochi minuti è la volta delle patate che prende da un grande canovaccio servito ad asciugare l’acqua in eccesso; chiude con un coperchio gigante in alluminio e si gira… Mi vede e mi sorride con aria interrogativa…mi chiede da quanto sono lì e perchè non ho fatto ancora colazione, non aspetta la mia risposta, apre il frigo e prende il latte…
Le patate "attappate" di quando… non si accendeva il forno
questa è la scena, tal quale la ricordo, di uno dei tanti momenti di mia madre assorta in cucina, che prepara uno dei suoi innumerevoli piatti, diventati un must in famiglia per tutti…le patate “attappate”, che venivano fatte per accompagnare il lesso del bollito, fatte in padella perché non si poteva mica accendere il forno solo per fare delle patate? E via in padella a cuocere…croccanti fuori, fondenti all’interno e con quel sapido e piccante dato dal pecorino e dal pepe, somigliavano tanto ai “panzarotti”( una sorta di crocchè senza ripieno e senza panatura, pieni di pepe ) dello street food campano per eccellenza…sanno di famiglia, di buono, di dedizione, di ricordi che si susseguono immagine per immagine e arrivano fino ad oggi, a me, che immersa nei miei e nei “suoi” pensieri di madre,sono intenta a sbucciare con mano leggera le patate per i miei di figli…eccovi la ricetta…
Ingredienti per 4/6 persone
1,200 gr di patate ( a pasta gialla, o patate di Avezzano )
Olio evo
3/4 cucchiai di pecorino
Sale e pepe q.b.
Procedimento
Sbucciare le patate e immergerle in una ciotola con acqua fredda; tagliarle in due per la lunghezza ed ogni metà in tre parti ancora ( sempre in verticale )
sciacquarle ancora e metterle ad sciugare sun un canovaccio da cucina
mentre mettiamo sul fuoco una padella larga ed a fondo spesso; versare nella padella 6 cucchiai di olio evo e mettere le patate avendo l’accortenza di disporle in un’unico strato senza che si accavallino;
regolare la fiamma al massimo per circa 5 minuti e quando sentiremo uno sfrigolio deciso, abbassare a fiamma media e mettere il coperchio; calcolare ora circa dieci minuti e poi girare le patate con un cucchiaio di legno sollevandole a mucchietti ( sotto si sarà già formata una bella crosticina )
lasciar cuocere ancora dieci, quindici minuti
togliere il coperchio, mettere sale, pepe e la metà del formaggio grattugiato; rimettere il coperchio e far sciogliere il formaggio per pochi minuti;
girare le patate e rifare la stessa cosa dall’altro lato cuocere ora senza coperchio per altri 7/8 minuti girandole una sola volta ( fino a quando faranno una bella crosticina dorata )
spegnere la fiamma, aspettare ancora qualche minuto e gustare.
~Dritta
queste patate sono ottime, oltre che per accompagnare i bolliti, anche con pollo arrosto o tuffate in una salsa freschissima come lo tzatziki, ricetta qui
LiciaSangermano says
io non metto il formaggio ma spesso faccio le patate così… magari sbriciolandoci la salsiccia (tutto molto light 🙂 ) … le adoro e mi hai fatto venire una voglia matta di rifarle!!! un bacio elisa
lamammacuoco says
Sono talmente imbranata che invece di risponderti ho lasciato un commento!! Baci Licia
lamammacuoco says
Anche semplici sono squisite ( semplici con la salsiccia? Nahhh ) ma mamma da fautrice della dieta mediterranea ( quella atta a ingrassare! ) usava condirle con più sapore! Un abbraccio Licia
19 giugno 2015 12:28
Alessandra says
Che meraviglia di ricetta, Eli. Non solo per le patate in sé, che devono essere divine, ma per la storia che hai raccontato. Adoro il modo in cui mi hai fatto vedere te bambina, in cucina insieme alla tua mamma. Meravigliosa tu <3
lamammacuocò says
Ale, sempre aldilà delle apparenze; sei venuta qui ed hai visto altro oltre la ricetta; la meraviglia sei tu! ??
damiana says
La descrizione di una scena bellissima,che disegna parte dei miei ricordi…Ma le patate fritte delle mamme quanto son buone?Queste tappate non le conoscevo,cioè spesso le faccio anch’io così ma non con il formaggio…Ricetta fantastica che ti rubo per tappare anch’io due patate…Buona serata cara
lamammacuocò says
Scene di vita, sì, infarcite di emozioni e sapori. Ruba pure cara e buona cena ?
Mimma e Marta says
Oh! Mi hai ricordato anche la mia di mamma che per farci stare buono ci preparava le patatine fritte tagliate proprio a listoni spessi.
Devono essere meravigliose le patate fatte così! Anche se io e il fritto non andiamo molto d’accordo giuro che alla prima occasione le preparo così. Mimma
lamammacuocò says
Per me sono le uniche, quelle perfette, ma si sa i ricordi enfatizzano sapori ed emozioni; provale e mi dirai ?
edvige says
Buonooooo non che sia ok per me il fritto ma qui non affogano nell’olio :-)) Ciaoo buona domenica.
lamammacuocò says
No infatti è una valida alternativa al fritto, buona domenica a te