Eccoci alla terza edizione della Festa delle attività in proprio promossa da Metro Italia, che ha come scopo unico la promozione del piacere del cibo fuori casa.
Ogni proprietario di bar, ristoranti, hotel e locali può aderire all’iniziativa e formulare una proposta dedicata per i propri clienti nella giornata celebrativa della festa, cioè il 9 ottobre.
Noi blogger di Say Good, network che collabora con Metro in questa iniziativa, abbiamo il piacere di girare per tutta Italia alla scoperta dei ristoratori che aderiscono all’evento per scoprire in anteprima le loro proposte e raccontarvele attraverso i canali social con immagini e contenuti.
Contenuti che potrete scoprire e seguire anche attraverso gli hashtag #9ottobrenightout #loveownbusiness e nella sezione dedicata sul sito di Say Good.
Il mio primo appuntamento è stato con Valù risotteria e braceria, situato nel centro storico di Napoli, all’inizio dei famosi Quartieri Spagnoli, borgo realizzato dagli Aragonesi per dare alloggio alle proprie truppe ed una casa dignitosa alla popolazione.
Una tradizione di famiglia
Il Valù nasce grazie a Valentina e Luca Preziosi, che hanno da sempre respirato l’arte del Convivio, gli odori del cibo di famiglia e la cordialità degli avventori, grazie all’Hosteria Toledo, storico ristorante di Stefano ed Anna Preziosi, situato proprio accanto al Valù.
Il Valù ha un’unica sala, in perfetta fusione tra classico e moderno, con le volte in ciliegio ed un arredo con stampe di icone del cinema.
Una cucina a vista, divisa solo da un vetro, dalla sala che permette di vedere in tempo reale la realizzazione dei piatti e tanti tavolini all’esterno, in stile dolce vita, per respirare i profumi e i suoni dei vicoli di Napoli a lume di candela.
Una risotteria a Napoli?
Ad accogliermi è Valentina, con un sorriso dolce e contagioso, mettendomi subito a mio agio e rispondendo alle mie domande, in primis il perché di una risotteria a Napoli. La sua risposta è stata un candido : io amo il riso!
Da qui l’idea di unire un prodotto dell’eccellenza del nord a ingredienti del territorio per la creazione di piatti fusion.
Continua il suo racconto di questo tipo di cucina, vegetariana all’occorrenza e gluten free, quindi adattissima alle nuove tendenze ed intolleranze e all’integrazione di quest’ultima con carni pregiate, cucina tradizionale napoletana e una cantina di vini molto fornita e variegata. Di come lei e il fratello Luca, che gestisce il Valù al Vomero, si occupino del locale di persona ancora con l’aiuto dei genitori all’occorrenza.
Il risotto del Valù non è il classico risotto all’onda a cui siamo abituati, bensì un risotto reso croccante dalla tostatura iniziale che gli conferisce una cottura morbida ma non sfatta con chicchi sgranati e ben distinguibili.
Ho assaggiato un tris di risotto – non prima di aver gustato un fiore di zucca ripieno di ricotta a dir poco fantastico – che consisteva in Pera, Taleggio e Porto rosso, dal gusto deciso ma con una nota di freschezza che la pera regala a tutto il piatto.
Pistacchi di Bronte e scamorza affumicata, molto delicato e avvolgente al palato.
Lardo di Colonnata, olio al tartufo e funghi porcini, un tripudio di gusto e di sapore.
Dopo aver assaggiato tanta bontà non avevo idea che sarei incappata nel dessert per eccellenza napoletano, sua maestà il Babà, descritto dal signor Claudio, quale essere il più buono a livello mondiale!
Comprenderete il mio scetticismo e la mia aspettativa a questo punto. Beh , e che vi devo dire, che aveva ragione?
Uno dei babà più buoni che io abbia mai mangiato, equilibrio perfetto tra inzuppitura e dolcezza, impasto scioglievole al palato e senza retrogusto di lievito, insomma,
nu babbà!
Il Valù
L’atmosfera del Valù è quella familiare, anche se al tavolo affianco si parla tedesco, inglese o spagnolo; Valentina, seduta accanto a noi, parlava con sua figlia e suo marito, discutendo del più e del meno come si fa a tavola in famiglia.
Il signor Stefano, leggeva amabilmente e si intratteneva in una conversazione con due clienti svizzere decantando le lodi di Napoli e raccontando loro l’origine del babbà e la sua storia.
Lo staff in sala, cortese e premuroso, sempre col sorriso sulle labbra e la giusta leggerezza che si conviene ad un locale in cui si va per stare bene.
Le chiacchiere infine tra madre e figlia, costrette a raccontarsi giornate intere in pochi minuti, le loro risate uguali e i loro volti sorridenti, mi hanno fatto sentire a casa.
Gaetano says
Meravigliosa